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AR Italy intervista Vittorio Sangiorgio, presidente Coldiretti Salerno

15Set

Postato da:

redazione

Impegno costante per garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo ed istaurare un dialogo tra i produttori ed i consumatori: questi gli obiettivi perseguiti dalla Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza ed assistenza dell’agricoltura italiana.

“AR Italy”
ha incontrato Vittorio Sangiorgio, giovane presidente di Coldiretti Salerno e proprietario dell’azienda “Modestina Fiori”, sita a Pagani (Sa) in via Pesca 21. Vittorio Sangiorgio ha toccato i temi che stanno alla base del progetto perseguito dalla federazione salernitana. In particolare, ha posto l’accento sulla costruzione di un sistema di imprese che sia, nel contempo, competitivo sul mercato, capace di valorizzare la qualità e la genuinità dei prodotti e di sostenere l’ambiente.

Altro tema importante il coinvolgimento dei giovani in attività che promuovono il patrimonio paesaggistico e contribuiscono a creare prodotti sani e naturali. Aspetto, questo, fortemente valorizzato dalla trasformazione della percezione dell’agricoltura in quanto tale, passata da mera coltivazione ad approccio socio-culturale.

Da anni Coldiretti promuove l'agricoltura sul territorio italiano, proprio perché questo territorio offre risorse di valore inestimabile. Oggi chi è che si dedica a questo mestiere ed, in particolare, i giovani quanto sono attratti da questa vita sana ed a contatto con la natura?

«L’imprenditore agricolo moderno è un soggetto consapevole che, oggi, per competere non basta solo dedicarsi al prodotto in quanto tale, ma bisogna formarsi per capire cosa accade dopo la fase della coltivazione per arrivare quanto più possibile al consumatore finale. Questo slancio ha permesso di dare una rinnovata lettura al concetto di agricoltura, che oggi è sinonimo di cibo, territorio, tutela, risorsa naturale, turismo, cultura. E questa “trasformazione” ha reso più allettante il coinvolgimento dei giovani».

Si sa che i giovani rappresentano il futuro di questo paese, secondo lei cosa si potrebbe fare per coinvolgerli maggiormente in attività agricole, che valorizzano il patrimonio paesaggistico e regalano prodotti genuini?

«La migliore rappresentazione rispetto a questo obiettivo sta tutta nel successo dell’Expo di Milano, perché è il punto di arrivo di un processo iniziato circa dieci anni fa, quando in Italia venne emanata la Legge dell’orientamento. Tale legge ha riscritto il gioco dell’agricoltura ed ha ampliato una serie di scenari che hanno permesso di vedere l’agricoltura in una chiave completamente diversa. Fare agricoltura non significava più coltivare grano, ma produrre pasta, non più solo coltivare uva ma produrre vino. Tutte queste dinamiche hanno permesso ai giovani di vedere l’agricoltura anche in una veste più “sociale”. Ecco perché l’Expo ha una grande importanza, poiché ogni Paese che espone dei prodotti lo fa attraverso la promozione del proprio territorio e quindi della propria agricoltura. Questo processo attiva nei giovani anche un moto di orgoglio verso la propria nazione, in particolare l’Italia promuove la sua cultura culinaria ricca di tradizione ed i giovani si sentono parte integrante di questo processo. L’Italia, per di più, si presenta con il brand del made in Italy, che è il terzo brand più conosciuto al mondo, ed è di carattere “democratico” poiché ogni giovane che produce qualcosa nel nostro Paese e con le nostre risorse può vantarsi di aver creato un prodotto made in Italy. Ad oggi, quindi, per un ragazzo poter dire che il suo prodotto è fatto in Italia è motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. Bisogna partire dall’immagine che il mondo ha dell’Italia e del made in Italy per costruire degli elementi di competitività e quindi di opportunità».

Quanto è importante per Coldiretti la provenienza dei prodotti che vengono destinati ai consumatori ed in che modo affronta i traffici di prodotti contraffatti?

«Per fermare questo fenomeno che si è diffuso negli ultimi anni, abbiamo costituito un osservatorio sulla criminalità in agricoltura, presieduto da Caselli che è stato un grande procuratore e si è sempre occupato di casi sulle agromafie. Il business delle agromafie vale quasi 14 miliardi euro nel nostro Paese, questo vuole dire che questo denaro viene sottratto illegalmente alle aziende che al contrario operano in totale legalità. Per tali motivi abbiamo fatto in modo di far emanare delle leggi che andassero a combattere questo fenomeno. Il caso più eclatante è quello dell’olio: abbiamo, infatti, preteso che si scrivesse in maniera chiara sulle etichette la provenienza delle olive e ciò ha fatto in modo che negli ultimi due anni il prezzo delle olive in Campania raddoppiasse, consentendo un maggiore guadagno per le imprese agricole ed al contempo limitando le attività illecite. Inoltre, c’è una doppia azione che cerchiamo di effettuare: da un lato sollecitiamo le istituzioni ad emanare leggi che tutelino gli agricoltori italiani, dall’altro non ci sottraiamo ad intervenire in prima persona per denunciare gli episodi di contraffazione».

Nella vita per migliorare bisogna avere sempre un occhio rivolto al futuro, senza dimenticare quelle che sono le tradizioni del passato. Com'è cambiato nel tempo il modo di fare agricoltura e quali sono le strategie innovative che i nuovi agricoltori e produttori possono adoperare per dimostrarsi competitivi ed efficienti?

«La grande componente di innovazione dell’agricoltura sta nel fatto di aver impostato un ragionamento culturale, che portasse le produzioni agricoli ad essere considerate non come singoli distributori di prodotti, ma come produttori di beni comuni. Cambiare questo aspetto ha portato al cambiamento percettivo che la gente ha dell’agricoltura, perché senza di essa non ci sarebbe cibo e senza cibo non potrebbe esserci vita. Bisogna considerare gli agricoltori come dei soggetti al centro di un processo di salvaguardia dell’umanità e non solo come semplici operatori che producono un prodotto venduto sul mercato. L’innovazione fatta in questi anni è stata quella di far in modo che gli agricoltori non si fermassero solo all’innovazione di processo in azienda, ma andassero oltre. Allargare le vedute anche per quanto riguarda la filiera corta ha consentito al consumatore di recarsi direttamente in azienda ed avere un rapporto “face to face” con il produttore, incrementando anche la redditività del produttore stesso».

Il made in Italy è sinonimo di eccellenza e Coldiretti da sempre ha puntato su una produzione 100% italiana. Come crede siano percepiti i nostri prodotti all'estero e perché gli stranieri decidono di affidarsi alle aziende del Bel Paese?

«Il primo elemento di reputazione è quello di qualità, eccellenza e sicurezza alimentare, perché che in giro per il mondo non si hanno eguali. Questo anche perché i prodotti italiani sono due volte più sicuri dei prodotti di origine made in Europe. Il controllo di sicurezza italiano è il più forte da questo punto di vista, non a caso ci vengono a sfidare con prodotti contraffatti che cercano di spacciare per italiani. Il secondo elemento è legato ad un carattere storico perché il nostro paese ha conquistato il mondo grazie a due fattori: la capacità di realizzare un ottimo cibo e la capacità di formarsi sulle diverse contaminazioni culturali che l’Italia ha avuto nei secoli e che ha portato una grande originalità e varietà nella nostra cucina».

Nella regione Campania, il Cilento rappresenta una zona dove la produzione di articoli enogastronomici è molto forte. Eppure quando il turista vuole recarvisi ha problemi nel raggiungere tale destinazione,ciò accade perché quest’area non è ben geolocalizzata. Cosa si può fare per migliorare questa situazione e per consentire ai produttori cilentani di farsi conoscere anche al di fuori della Campania?

«I produttori cilentani negli ultimi anni hanno fatto grandi passi avanti e sono riusciti a recuperare produzione che inizialmente sembravano poco produttive, basti pensare al fico bianco del Cilento. Oltretutto, quest’estate il Cilento ha vissuto un periodo di grande movimento da parte dei turisti, nonostante gli evidenti problemi dei trasporti verso questa destinazione. Ciò è avvenuto soprattutto grazie ai giovani che hanno creato delle realtà interessanti e capaci di attrarre i turisti. Ci sono degli aspetti che però devono migliorare in Cilento: in primis il problema della viabilità poiché le strade non sono facilmente percorribili e anche mal collegate, in secundis vanno potenziate le vie marittime che potrebbero agevolare incredibilmente i trasporti turistici, proprio perché la Costiera Cilentana è una delle più belle d’Italia».

Entrando nello specifico della sua attività, l’azienda Modestina Fiori, ci può parlare di cosa si occupa. Qual è il target di riferimento, i servizi e le attività messe in campo?

«Nella nostra azienda siamo arrivati ormai alla quarta generazione che si è occupata e continua ad occuparsi di agricoltura. Mentre, però, il mio bisnonno e mio nonno si occupavano della produzione di agrumi e di frutta, attualmente noi siamo passati alla produzione di fiori. Operiamo soprattutto nel mondo degli allestimenti floreali, nell’organizzazioni di eventi ed in particolare di matrimoni. Abbiamo interpretato al meglio la legge dell’orientamento di cui parlavo prima. Siamo partiti dalla produzione e successivamente abbiamo messo in campo una serie di servizi partendo dal punto cardine che è appunto il fiore, cercando di attrarre clienti anche tramite attività diversificate».

AR Italy si propone di valorizzare e mettere in luce tutto quello che eccelle in Italia, per mostrare agli italiani, e anche agli stranieri, che il nostro Paese offre non solo bellezze paesaggistiche ma anche prodotti e servizi di elevata qualità. Ritiene che tale progetto possa essere una risorsa in questo periodo di crisi?

«Il progetto AR Italy è un’iniziativa interessante e condivido con voi un citazione che Coldiretti fa propria: “Siamo coltivatori di bellezza”. Perché la bellezza, soprattutto quella italiana, è un concetto che è diventato uno status a livello internazionale, poiché è stata coltivata nel tempo. Riuscire a mettere insieme tutte le bellezze che costituiscono il nostro Paese è un progetto ambizioso ed al contempo ammirabile, che spero riusciate a realizzare».

Per info e contatti:
MTN Company Srl, Corso Mazzini 22 - 84013 Cava de’ Tirreni (Sa). Tel/fax: 089.3122124-125; ufficiostampa@mtncompany.it - www.mtncompany.it - info@aritaly.it - www.aritaly.it

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